Quello che sappiamo è che non finisce qui.

Appunti sul Jenga Final Party:
Wolf Bukowski e Giovanni Truppi al San Carlo

Si è concluso sabato 5 dicembre con una sala Cipriani piena il progetto 'Jenga: Costrusci!' cofinanziato dall'Assessorato alle Politiche Giovanili della Regione Marche, che ha visto il Tief impegnato per dieci mesi con il sostegno dei partner CVM – Comunità Volontari per il Mondo, ArTime, Eccofatto e PrimaVera Morrovalle. Circa 1200 i giovani coinvolti dalle attività del progetto, attraverso i laboratori nelle scuole, gli incontri del gruppo Jenga, cinque iniziative nel territorio e la realizzazione della quinta edizione del Tangram Festival.

Il Jenga Final Party è iniziato verso le 21.40 con ospite Wolf Bukowski per presentare il libro 'La danza delle mozzarelle' (Edizioni Alegre). Residente nell'appenino bolognese, con il suo libro Wolf Bukowski vuole contribuire a smontare la narrazione del cibo che Slow Food – il movimento guidato da Carlin Petrini e nato negli anni '80 dall'inserto Gambero Rosso de il manifestoEataly – il gigante della ristorazione sofisticata rappresentata dall'ingombrante figura imprenditoriale di Oscar Farinetti – e Coop – "la più importante azienda della Grande Distribuzione Organizzata in Italia" (parole di Wolf) – hanno costruito intorno la propria azione (il caso di Slow Food) o i propri prodotti (Coop e Eataly). Questi tre nomi, in qualche modo legati o riconducibili ad una certa sinistra istituzionale, insieme alla deriva che le loro pratiche stanno prendendo da un po' di anni a questa parte, hanno poco in comune con i valori che quella sinistra dovrebbe(?)/vorrebbe(?) rappresentare o almeno per un certo periodo ha rappresentato. Precarietà dominante, nessuna alternativa al turbocapitalismo, salari stracciati o lavoro volontario (vedi Expo), nessun interesse a negoziare con i sindacati – anzi spesso sono stati gli stessi sindacati a dover negoziare con loro stessi pur di salire sul carro – sono le problematiche che Wolf Bukowski mostra con la sua “storia del presente”. Leggendo 'La danza delle mozzarelle' risulta tutto molto meno "buono pulito e giusto" di quanto non ci vogliano far credere Slow Food, Eataly e Coop nella loro necessità di vendere e vendersi. Inevitabilmente si è arrivati a parlare di Expo, che Bukowski ha definito “una fiera di schermi elettronici con il tema pretestuoso del cibo

La sala Cipriani del Ricreatorio San Carlo piena come qualche anno fa, per la gioia degli occhi. Dieci secondi di Wolf Bukowski che parla di Expo. Grazie a tutti.#progettojenga
Posted by Tangram Festival on Domenica 6 dicembre 2015


così come si è parlato della minuscola e innocua rappresentanza che in quella sede ha avuto la 'società civile', ovvero Cascina Triulza.

La tesi che Wolf tiene a sottolineare è che c'è poco da stupirsi nel trovare una realtà come Slow Food dentro Expo, oppure a fare da sponda tra Eataly, Coop e il renzismo: tutti questi ingredienti erano già embrionali alla nascita del movimento, già dallo statuto rivoluzionario e guerrigliero apparso sul finire degli anni '80. Non c'è una deriva che ha tradito gli ideali e i valori iniziali, ma solo l'inevitabile conseguenza di un atteggiamento, che non si è mai smentito, di vicinanza al padrone e disinteresse nei confronti del processo produttivo – cioè della condizione dei lavoratori e dell'impatto ambientale dell'industria. Passando dalla critica gramsciana a Feuerbach e il concetto marxista del termine “sussunzione” siamo giunti all'importante domanda: "e quindi? Dove andare a fare la spesa?" La risposta non può essere univoca, ma è un puzzle. Ci sono piccole esperienze e dei percorsi che possono funzionare, come alcuni GAS (Gruppi di Acquisto Solidale), delle case comuni in tutta la penisola – abbiamo citato Mondeggi in provincia di Firenze, attualmente a rischio sgombero – reti di scambio di contatti e saperi come Genuino Clandestino. Il discorso è attuale e prioritario, non basta la presentazione di un libro per risolverlo. Invece basta per far partire un percorso di condivisione, scoperta e contro-informazione, verso l'autodeterminazione alimentare, che sia proficuo e eterogeneo, aperto a più interventi possibili. Ecco come, piano piano, diventa evidente quel filo che parte dall'incontro del 26 agosto con Genuino Clandestino e la Rete Eat the Rich di Bologna, arriva fino alla presentazione del libro di Bukowski passando attraverso il laboratorio Jenga 'Alla Fi(li)era dell'Est' e chissà dove ci porterà ancora. Quello che sappiamo è che non finisce qui.



Dopo circa un'ora e trenta tra presentazione e dibattito, sale sul palco Giovanni Truppi, accompagnato dalla band. Forte dell'accoglienza che critica e pubblico hanno riservato al suo secondo album, l'omonimo 'Giovanni Truppi' (Woodworm/Audioglobe – 2015), il live ha alternato momenti divertenti a momenti più densi, tra rock e ballad, melodie pop e attitudine cantautoriale. Le canzoni Superman, Lettera a Papa Francesco INessuno, Hai messo incinta una scema e il singolo Stai andando bene Giovanni hanno presentato un artista ispirato, con una forte personalità.

Presto ci saranno delle novità, soprattutto dato l'ottimo risultato raggiunto in un sabato sera difficile, circondati da altre iniziative interessanti ma con cui purtroppo non siamo riusciti ad evitare la sovrapposizione. Giusto il tempo di rendicontare il progetto 'Jenga: Costruisci' e di verificarlo, per poi ripartire con nuove proposte, senza smettere di migliorarsi.



"Perché che te ne fai della perfezione, senza la condivisione?"

A presto,
Angelo Elisa Sara Vittorio Francesco Matteo Nicolò Riccardo Stefano Giorgia Brian e Jonathan.

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