Tangram Festival 2015: continuiamo a costruire

Insil3nzio 29/08/2015 @ Tangram Festival
(ph. Carlo Berbellini)
La quinta edizione del Tangram è stata un’edizione di conferme, ritorni e prime volte. Abbiamo costruito sei giorni di confronto e conoscenza sui temi che più ci stanno a cuore, affrontando le criticità attuali attraverso incontri e dibattiti, senza perdere l’occasione di festeggiare. Festeggiare una piccolissima realtà che anno dopo anno cresce sempre di più in consapevolezza e affluenza. Ci siamo soprattutto stupiti di come i temi che abbiamo scelto un anno fa mentre scrivevamo il progetto - distribuzione iniqua delle risorse e migrazioni che ne derivano - fossero molto più collegati tra loro di quanto potessimo immaginare. Per fare questa scoperta ci siamo fatti aiutare da ospiti importanti e preparati, come Valerio Calzolaio, grazie al quale ci siamo resi conto di aver intrapreso una strada difficile, sicuramente in salita (l’Everest delle Altre di B) ma quanto mai incisiva e attuale. Abbiamo ribadito, durante l’incontro alla Sala degli Artisti, che i flussi migratori sono da sempre nella storia dell’umanità e a poco possono servire muri, frontiere o filo spinato, se non a renderci più difficile sconfiggere le nostre paure. Siamo anche rimasti con domande irrisolte, perché poi le risposte giuste le scopriremo insieme, provando e sbagliando. Il discorso è stato ripreso mercoledì, grazie alla presentazione del libro ‘Genuino Clandestino -  Viaggio tra le agricolture resistenti ai tempi delle grandi opere’ e la presenza di due attivisti della rete Eat the Rich di Bologna. È stato il momento in cui i diversi aspetti del progetto Jenga sono confluiti: le più importanti realtà in lotta per l’autodeterminazione alimentare sono proprio le prime realtà che si sono affiancate ai migranti sulle coste di Ventimiglia. Questo dato, che potrebbe apparire sorprendente, ci fa notare come dalle piccole esperienze agricole indipendenti delle terre marchigiane (o umbre, toscane, pugliesi, venete e via dicendo) agli scogli di Ventimiglia, si stia combattendo la stessa battaglia. 

Abbiamo anche stavolta cercato di far convivere esperienze artistiche con impegno politico: le parole di Pier Paolo Pasolini (lette da Pierpaolo Capovilla all’Arena dei Clareni di Capodarco) hanno risvegliato studi e pensieri che avevamo involontariamente accantonato, facendoci rivivere un “intimo, profondo, arcaico” bisogno di poesia.                                                                            

Nicola Gobbi al Tangram Festival (ph. Carlo Berbellini)
Edizione di ritorni, abbiamo scritto, come quello di Nicola Gobbi che ha presentato al cortile di Palazzo Falconi il suo ‘Come il colore della terra’ (Eris Edizoni, 2015). Tra i racconti del Subcomandante Marcos e il vecchio Antonio, abbiamo ricordato chi non smette di lottare. In questo caso è stato a proposito del Chiapas, ma di resistenze continueremo a parlare, che sia nella valle del fiume Omo o che sia a Kobane.  Ci sono poi quelle situazioni che a parole è difficile descrivere, allora può capitare che ci arrivi la fotografia.  Le foto della mostra ‘I must have been blind’ ci hanno accompagnato per tutti e sei i giorni di Tangram Festival, impreziosite nel weekend dalla presentazione dell’autore Simone D’Angelo. Come la Valle del Sacco che gli scatti raccontano, sono centinaia i posti in Italia colpiti dal degrado ambientale e dall'inquinamento sfrenato. 


Il festival si è concluso con le due serate al cortile Don Ricci, nella stupefacente cornice del Teatro Romano di Fermo che lascia gli artisti sbalorditi e sorprende sempre anche noi, che ci torniamo ogni anno. L’energia degli Insil3nzio, le liriche degli Albedo, la grinta dei Nadar Solo hanno trasformato in un successo la serata di sabato (qui il video). La domenica è stata  musicalmente eccezionale, con i talentuosi fermani de La Stanza di Vetro, la rivelazione Altre di B, il ritorno di Capra e la prima volta per il Tangram di un artista internazionale: la californiana Simonne Jones con la band.

Simonne Jones 30/08/2015 @ Tangram Festival (ph. Carlo Berbellini)
I motivi che ci spingono a dedicare tempo, attenzioni, energia per dar vita a tutto questo li abbiamo detti e scritti più volte, ma non ci stancheremo mai di ripeterli: creare degli spazi di conoscenza e approfondimento, perché siamo convinti che proprio il confronto è uno dei modi migliori per fare cultura. E solo dalla consapevolezza di noi e di ciò che ci circonda in termini di relazioni sociali, economiche, affettive, possiamo modificare lo status quo al quale ci opponiamo. Per fare questo cerchiamo insieme, di volta in volta, di trovare le modalità più efficaci: dai libri alla fotografia, dal teatro alla musica.     

Allora vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato a costruire questa quinta edizione del Tangram Festival: Valerio Calzolaio, Roberta (Genuino Clandestino), Rosa e Stefano (Eat the Rich), Nicola Gobbi, Simone D’Angelo, Vittorio e Luca (Osc2x), Insil3nzio, Albedo, Nadar Solo, La Stanza di Vetro, Altre di B, Capra, Simonne Jones, Stefano per i video, Carlo per le foto, Silvia Strappa per la grafica, SemInterrati, la contrada Capodarco, il Teatro Nuovo di Capodarco, il condominio di Palazzo Falconi-Erioni, la Sala degli Artisti, Nufabric e lo Chalet Girfalco, 180gradi, AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, Coop Adriatica srl, Laboratorio Analisi Serroni, i partner del progetto Jenga: Costruisci! cofinanziato dalla Regione Marche, CVM – Comunità Volontari per il Mondo, ArTime, Eccofatto, PrimaVera Morrovalle. Un ringraziamento speciale va a tutta la Comunità Capi del Gruppo Scout Agesci Fermo1 e ai volontari che hanno condiviso con il Tief un percorso che va ben oltre la realizzazione del Tangram Festival.

Continueremo a crescere e continueremo a proporre ciò che corrisponde alla nostra idea di cultura. Saremo grati a chi vorrà farlo insieme a noi.     

Per info e contatti tief@hotmail.it oppure tramite Facebook la pagina Tangram Festival o l’account Tief Terraimpegnoefuturo

Il Teatro Romano di Fermo che ospita il cortile Don Ricci (ph. Carlo Berbellini)
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